Il flauto, etrusco o greco!
Interpretazione organologica di un modello flautistico di ispirazione etrusca
Il modello flautistico
Agli inizi degli anni duemila mi occupai di una ricerca volta a rappresentare, secondo una idea personalizzata, un modello flautistico raffigurato nell'importante documento iconografico relativo ad uno strumento suonato lateralmente: l'urna etrusca di Perugia.La passione e l’amore per il flauto traverso ha condotto ad interpretare ciò che la civiltà etrusca ha documentato attraverso una importante incisione, famosa immagine per i flautisti e per tutti appassionati di questa cultura . Questo importante effigie, scolpita su un’ urna cineraria etrusca del II° sec. a. C., custodita presso l’Antiquarium dell’Ipogeo dei Volumni, a Perugia, raffigura l’immagine di un suonatore di flauto traverso ed è stata oggetto di studio e citazioni di numerosi storici ed organologi ma, purtroppo, in assenza di esemplari dello strumento raffigurato.
Il "flauto traverso" è presente in misura limitata non solo nel patrimonio iconografico dell'antichità ma anche nei testi delle opere di carattere filosofico, poetico e storico.
Contemporaneamente a questo studio un importantissimo evento trasformò le intuizioni o ipotesi interpretative in reali certezze, quando nel corso di scavi archeologici nell'area di Koile, sita nei pressi dell'acropoli di Atene, venne rinvenuto uno strumento, definito “Plagiaulos” i cui successivi processi di studio e restauro hanno condotto a delinearne le caratteristiche e condurre alla replica in mio possesso.
I suoni dell'antichità
La mia indagine relativa all'urna di Perugia ed i risultati pervenuti sono esclusivamente riferiti ad una “interpretazione” di carattere tecnico-strumentale. Il significato di questo risultato assume un rilevante valore estetico che induce ad un dibattito sull’uso di questo flauto, sulle modalità di impiego, sulle potenzialità espressive e comunicative di questo strumento, rarissimo e poco rappresentato nei documenti iconografici. Non sono pervenuti reperti di questa fattura e nulla sappiamo delle esecuzioni strumentali degli etruschi, delle modalità armoniche, delle strutture tonali ma conosciamo la funzione rilevante che la musica aveva in molte occasioni rituali. L'influenza della cultura tra Greci, Etruschi e Romani è ampiamente documentata e l'ambito degli aerofoni è ricco di contaminazioni a partire dall'"antagonista" del flauto traverso: l'Aulos o Subulo o Tibia.
Le considerazioni di prospetto tra civiltà etrusca e greca, come sappiamo, sono molteplici e, in questo caso, ci forniscono una indicazione molto precisa sull'origine di questo strumento, anche in relazione alle pochissime fonti documentali e iconografiche di riferimento.
Pertanto la figura stilizzata nell'urna può ragionevolmente indicare la presenza del “plagiaulos” anche in territorio etrusco, nonostante non siano stati rinvenuti esemplari o frammenti riferiti allo strumento, e ciò documenta ancora una volta le relazioni culturali tra le due civiltà.
A noi poco importa se etrusco o greco, ci interessa la pregiata sonorità di questo straordinario strumento che è sicuramente suggestiva e ci riconduce agli ambienti sonori del II° sec. a.C.
Urna etrusca- Antiquarium dei Volumni - Perugia
La proposta esecutiva
La prima esecuzione dello spettacolo “Musica e Parole senza Tempo” ha avuto luogo al Museo di Antichità di Torino il 21 aprile 2002 nell’ambito della IV Settimana Nazionale della Cultura.
La presente ricerca è pubblicata nel volume “Il flauto in Italia”, a cura di Claudio Paradiso, edito dall’Istituto Poligrafico Zecca dello Stato e presentato all’Accademia Nazionale di S.Cecilia in Roma.
Il flauto e’ stato costruito da Giorgio Pecchioni .
Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia - ROMA
Ringraziamenti
Si ringrazia la Soprintendenza Archeologica per l’Umbria per aver autorizzato la pubblicazione della immagine rappresentante l’urna cineraria del II sec. a.C, custodita presso l’Ipogeo dei Volumni di Perugia.